26 marzo 2006

Sucre e Potosi

23-03-2006
Day 23
Sucre e Potosi, Bolivia

Sucre, la citta' bianca della Bolivia, possiede uno dei migliori esempi di architettura coloniale spagnola, dicono, di tutto il Sud America. E in effetti e' una tranquilla cittadina in cui un tiepido sole si riflette sull'intonaco immacolato di chiese e palazzi. Nel pomeriggio visita alla collezione di impronte di dinosauro piu' estesa al mondo, una immensa parete verticale portata alla luce dalle macchine escavatrici della vicina fabbrica di cemento; conosco una ragazza boliviana, ingegnere delle telecomunicazioni, che per conto di una ditta telefonica locale visita i villaggi piu' sperduti del suo paese per portarvi il primo telefono della storia di queste persone; suo bisnonno, cosi' mi racconta, ha scritto l'inno nazionale boliviano; ha un braccio ingessato, se l'e' rotto in un incidente stradale sulla via che da La Paz scende a Coroico, definita la strada della morte: in 60 km copre un dislivello di 3500 metri!

Dedico la seconda giornata a Sucre alla visita della citta'. E' il 23 marzo, giorno in cui in tutta la Bolivia ricirdano la "Perdita del Mare", tragedia nazionale verificatasi nel 1904 con la sconfitta nella Guerra del Pacifico: parate, bande e sfilate per tutta la citta'...
Sono a pranzo nel caffe' Mirador da cui si gode una vista spettacolare di tutta la citta'; dallo stereo del locale canta Fabrizio De Andre': lo chef, Marco di Torino, e' italiano.

Il bus per Potosi' e' alle 18:00, la strada serpeggia per l'altipiano boliviano, non una luce, dentro o fuori dal bus, a combattere l'avanzata del buio dopo un tramonto infuocato; accendo l'mp3 e la musica dei Radiohead rende questa atmosfera surreale ancora piu' spinta. Di seguito in ordine alfabetico arriva la batteria funky dei Red Hot a martellarmi il cranio risvegliandomi dal trance. Sono a Potosi.

1 Comments:

At 15 settembre, 2006 15:14, Anonymous Anonimo said...

I Radiohead sul bus per Potosi devono essere mistici!!!!!
Roby

 

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