21 agosto 2006

The turquoise blue South

12-08-2006
Day 165
Chang Mai, Thailand

Lascio le isole della Malesia per scoprire le ancor piu' famose baie del sud della Tailandia.
Un bus locale mi scarica al volo nel paesino di confine Rantan-Panjang da dove attraverso a piedi il ponte che separa le due nazioni; zaino in spalla faccio il mio ingresso nel cosiddetto paese dei sorrisi e un sorridente guidatore di scooter-taxi dalla faccia rotonda mi porta alla stazione locale. Il pullman per Krabi sembra nuovo e comodo, ma poco dopo la partenza fuori inizia a piovere e dal bocchettone dell'aria condizionata (sempre e comunque accesa impostata sui 15 gradi) sopra di me inizia a gocciolare acqua...ovviamente tutti i sedili sono occupati e perfino il corridoio e' pieno di passeggeri in piedi: arrivo a destinazione alla scomoda ora delle due di notte mentre cerco di dormire con la parte sinistra del corpo zuppa; altro scooter-taxi fino alla zona del porto dove trovo una stanza d'albergo in cui finalmente riposare.
crossing the Malay-Thai border

Il sole splende e continua a farlo anche il sorriso dei tailandesi: il cameriere del posto in cui faccio colazione e' cosi' gentile che si offre di portarmi con il suo motorino in banca a cambiare i soldi malesi. Sono pronto per conquistare Koh Phi Phi, due isole che guide e viaggiatori descrivono come un luogo meraviglioso; dopo un'ora e mezza di barca approdo nel paradiso, terrestre e marino: mare dalle sfumature del blu mai viste cosi' intense, branchi di pesci multicolori, archi di sabbia bianchissima che uniscono pareti verticali di roccia ricoperta da fitta vegetazione tropicale color dello smeraldo. Mai visto niente di simile.

Impossibly beautiful Koh Phi Phi Islands


Maya Bay, from the movie The Beach

Sceso dalla barca evito lo stormo di avvoltoi che cercano di trascinarmi nel loro resort di lusso urlandomi prezzi e comodita', e cammino fino a raggiungere la spiaggia dall'altra parte dell'isola (5 minuti) dove trovo perfetta sistemazione in una bella guest-house a 4 euro a notte, con a fianco servizio di lavanderia di cui ho estremamente bisogno.
A 200 metri, sotto le palme davanti alla spiaggia c'e' il ristorante italiano Ciao Bella, e sulla sabbia davanti ai tavoli del suo ristorante c'e' Luciano Butti di Firenze, capelli bianchi e pelle abbronzata, che gioca a freesbe sorridente nel tramonto rosato di Tonsai Beach; gli chiedo scherzando se non sia stanco dello stress delle code in tangenziale all'uscita dell'ufficio, mi sorride mentre in salto agguanta il disco. La conversazione poi continua, e in tono piu' serio gli chiedo se si trovasse sull'isola quando c'e' stato lo tsunami; mi indica una targa che recita: 26 giugno 2006, dopo 18 mesi il Ciao Bella riapre... del suo ristorante di 800 metri quadi ha ritrovato una tazzina da caffe' e l'insegna, che e' ancora quella. Mi dice che ha pubblicato un libro, che ho subito comprato, in cui racconta le vicende della sua vita che lo hanno portato a vivere a Koh Phi Phi e la testimonianza sua e di alcuni amici italiani e tailandesi su quel giorno terribile in cui tutti hanno perso cio' che avevano costruito o, peggio, amici, parenti, figli.
Le due ore che mi servono per leggere il libro sono tra le piu' strane e intense: sono in barca attorno all'isola mentre navigo nel posto piu' bello che abbia mai visto con gli occhiali da sole a coprire gli occhi lucidi, incredulo che questo paradiso possa essere stato teatro di tale infernale orrore.
Il libro e' in vendita in Italia, parte dei ricavati vanno ai sopravvissuti.
Compratelo!

L'ultima sera sull'isola conosco, per via di un accento familiare, Sandro della Val Camonica e fidanzata di Padova, che hanno preso un anno di aspettativa alla Banca Etica per viaggiare in Africa e Asia, e Davide di Torino, che dopo essere stato a Pechino a trovare un'amica ora si gode il mare tropicale; ceniamo insieme e passiamo una bella serata in spiaggia con musica e acrobazie col fuoco di giocolieri locali.

La mattina della partenza compro acqua e frutta in due botteghe diverse, ma entrambe le proprietarie, dopo avere saputo che stavo per prendere la barca, mi hanno guardato con una faccia tra il preoccupato e il divertito indicandomi il vento che in spiaggia piegava le palme... ed infatti la traversata e' stata al limite del vomito per me, dolorosamente oltre la soglia per meta' della persone a bordo. Arrivato a Phuket incontro una signora francese, 50 anni, ben vestita, sudata sotto il peso della valigia, che mi dice che avrei dovuto vedere com'era bello e diverso questo posto venti anni fa; la saluto pensando che purtroppo non ho la macchina del tempo e che comunque non vedro' com'e' nemmeno ora perche' gia' me ne vado: voglio spostarmi sulla costa est per assistere al famoso Full Moon Party sull'isola di Koh Phangan... che si dimostra una bolgia infernale di venticinquemila persone accalcate su una spiaggia in cui non si riesce a camminare e respirare, un mega rave party con musica dalla tecno al reggae.

Full Moon Party on Koh Phangan

La mattina seguente decido che e' ora di lasciare i mari del sud per spostarmi verso le verdi, fresche, tranquille montagne del nord; per il trasferimento mi ci vogliono 36 ore ed i seguenti mezzi:

barca alla 10 di mattina piena di ubriachi reduci dalla festa, tra cui una ragazza neozelandese conosciuta con Davide una sera di tre giorni prima su Koh Phi Phi, ubriaca marcia allora come adesso, indossa gli stessi vestiti pieni di sabbia e dorme svenuta abbracciata ad un ragazzo diverso da quello che ci aveva presentato quale suo moroso;

scooter-taxi per arrivare al porto principale;

traghetto fino alla terraferma;

bus fino alla stazione degli autobus;

pullman notturno per Bangkok, in ritardo di 5 ore e pieno di israeliani casinisti;

taxi alle 6:00 di mattina per andare alla stazione dei treni, dopo avere dovuto mimare all'autista il treno e imitarne il fischio e il suono delle ruote sulle rotaie; i tassisti di Bangkok non parlano una parola di inglese, incredibile;

treno che dovrebbe impiegare dieci ore ad arrivare a destinazione, ma ce ne impiega 14 a causa di un guasto alla locomotiva; il viaggio in carrozza con aria condizionata e' inizialmente confortevole e piacevole, tra le risaie della campagna abitata da solitari contadini dal cappello conico di paglia e bufali bianchi immersi negli stagni. Alcuni falo' sono accesi per bruciare sterpaglie e un acre odore di bruciato penetra nel vagone; cosi' penso io... ma alla stazione successiva, non appena il treno si ferma, la carrozza sulla quale sono viene avvolta da una densa nuvola di fumo e tutte le persone sui binari ci urlano di scendere! Venti secondi di panico sono il tempo necessario per agguantare il mio zaino e catapultarmi fuori dal treno. Due estintori vengono azionati sulla fonte del fumo che sembra essere il compressore dell'aria condizionata, e 5 minuti dopo siamo di nuovo in viaggio con il vagone che e' un forno.
Fire on the train...right under my seat!

Dopo tante interminabili ore durante le quali ho pure finito il libro che stavo leggendo senza averne uno di scorta, arrivo a Chang Mai; il pick-up che avevo organizzato con la guest-house al momento della prenotazione e', per fortuna, ancora in stazione ad aspettarmi: e' un ragazzino tailandese con in mano un cartello con su scritto... MARUKO!

6 Comments:

At 22 agosto, 2006 15:14, Anonymous Anonimo said...

ciao bel Maruko!
come va?
qui, ok, il solito tran tran.
I tuoi racconti mi sembrano sempre più simili a quelli di Bill Bryson!
Bello, bello, non c'è che dire.
Phi Phi è bellissimo, con quelle barche dei Thailandesi così colorate!
Se dovessi scegliere un posto in Asia dove rilassarmi, andrei in Thailandia (beninteso, non sono mai stato in Asia).
Comunque sono felice che manchi poco alla fine della bellissima avventura.
Ho voglia di vederti.
Mi sa che ci becchiamo il sabato 2 settembre.
Rilassati, annusa, assaggia e tocca tutto quello che puoi (escluse donne) per riempirti tutti i cassetti dei ricordi, da riaprire fra qualche anno.

un abbraccio forte.
carlitos

 
At 23 agosto, 2006 15:53, Anonymous Anonimo said...

Hai trovato l'isola dei miei sogni! chissà se ci andrò mai... intanto grazie a te la metto nei miei programmi futuri. Aspetto sempre con ansia e leggo con immensa gioia i tuoi racconti ma devo dire a Carlitos che anche i suoi commenti fanno sempre parte dell'attesa, così sagaci e spassosi.Grande, Carlo!!!

 
At 24 agosto, 2006 16:48, Anonymous Anonimo said...

Ciao Marco. Anche l'ultima parte del viaggio è meravigliosa e..piena di sorprese. ci mancheranno i tuoi splendidi racconti, ma finalmente non ci mancherai più tu.
Io sono stata "solo" in Grecia, ma è stato bellissimo. a presto. Un abbraccione . zip

 
At 25 agosto, 2006 14:15, Anonymous Anonimo said...

E allora l'uomo di mondo vede quasi la fine del suo lungo viaggio, ormai arricchito di conoscenza e dell'arte di vivere.
Arrivederci in quel di Brescia

 
At 26 agosto, 2006 23:20, Anonymous Anonimo said...

LEGGI QUA!!!!!!
Ciao masse, tutto bene a quanto vedo...ti scrivo da san cristobal, messico.Ho conosciuto una guida italiana che si vuole preparare per girare il mondo e mi sono permessa di dare l'indirizzo del tuo blog, per eventualmente chiederti alcune informazioni.
baci e ci rivediamo al rientro
La signora si chiama Nilde.
cia magu

 
At 30 agosto, 2006 20:50, Anonymous Anonimo said...

eccomi!!! scusa l'assenza... troppo belli i tuoi racconti... per non parlare delle foto! un bacio e saluti da tutto il legnano9

 

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