03 settembre 2006

The End

31-08-2006
Day 183
Brescia, Italy

Negli ultimi sei mesi ho percorso circa trentamila chilometri in aereo ed altrettanti in bus, a piedi, in treno, motorino, macchina, jeep, taxi, tuk-tuk, bicicletta, nave, motoscafo, canoa, ho dormito in sessanta letti diversi, svegliato in ugual numero di luoghi sconosciuti, scattato cinquemila fotografie e conosciuto centinaia di persone.

Attraverso tutto questo mi sono portato appresso uno zaino che si copriva di polvere, due occhi che si riempivano di tutte le immagini che possono contenere, e il mio cuore, sempre più gonfio di emozioni e allo stesso modo desideroso di tornare nel posto a cui appartiene:
tra le persone che più amo.


Grazie infinite anche a tutti gli amici che mi hanno seguito su questo blog, avete aggiunto significato a ciò che stavo facendo e tenuto grande compagnia.

Se invece è la prima volta che leggi queste mie parole, beh torna al primo post nell'archivio, comincia a leggere dall'inizio e...

BUON VIAGGIO!

28 agosto 2006

The golden green North

28-08-2006
Day 180
Bangkok, Thailand


Le antiche valli e montagne del nord sono il cuore culturale della Tailandia, uno smeraldo incastonato tra Laos e Myanmar.
Da qui passarono i primi tailandesi, le cui carovane migrarono verso sudovest dal moderno Yunnan e Cina sulla strada verso il mare; queste tribu' si fermarono nelle valli lungo i numerosi fiumi formando piccole comunita' agricole che hanno mantenuto una propria identita' culturale fino ai giorni nostri.

Countryside

La citta' di Chang Mai e' il posto ideale per rilassarsi e vivere immersi in quella "tailandicita'" che manca nelle turistiche isole del sud; il clima e' leggermente meno soffocante qui e si possono prendere lezioni di lingua, cucina, meditazione e massaggi. La citta' ha piu' di 300 templi con un'archittettura composta da intricate sculture in legno e affreschi colorati da far risalire fino al tredicesimo secolo. Monaci buddisti avvolti in drappi arancioni ne mantengono lo splendore dorato e conducono le cerimonie buddiste che animano l'intensa vita religiosa dei cittadini: ogni maschio e' spinto a diventare monaco per un periodo piu' o meno breve della propria vita, in quanto una famiglia guadagna grande merito quando un figlio si mette a servizio del tempio. E' cosi facile vedere bambini, ragazzi e anziani che, indossata la veste e con in mano una ciotola, all'alba girano le strade del circondario per ricevere dai fedeli la propria razione di cibo quotidiano.

Temples

Da qui ho viaggiato ancor piu' verso nord, fermandomi in piccoli villaggi tradizionali in riva a fiumi o sulla cima di colline avvolte dalla nebbia, fino ad arrivare al leggendario Triangolo D'Oro sul fiume Mekong, punto d'incontro tra il confine di Tailandia, Laos e Myanmar: una frontiera montana dove il papavero da oppio era fino a poco tempo addietro una facile fonte di profitto per le minoranze etniche e religiose della zona. A partire dal 1600 l'oppio e' diventato parte integrante degli scambi commerciali , cosi' come spezie e altre risorse naturali, fra Asia e Occidente. Il consumo di questa sostanza e' presto diventata una piaga di livello internazionale, ma questa droga e i suoi derivati, morfina e eroina, non e' stata dichiarata illegale fino all'inizio del ventesimo secolo. Mentre Myanmar e Laos sono ancora produttori a livello mondiale, la Tailandia e' riuscita a eradicare le coltivazioni di papaveri grazie a programmi agricoli alternativi sotto stretta sorveglianza delle forze dell'ordine.
Il modo migliore per visitare questi luoghi affascinanti e' stato affittare di volta in volta un motorino (2 euro al giorno benzina compresa!) e percorrere ogni strada secondaria, spesso sterrata, che deviasse da quella principale: mi e' stato cosi' possibile viaggiare attraverso valli dal verde intenso e luminoso, solcate da fiumi marroni e densi come cioccolato, popolate da isolate e antiche tribu' che vivono in capanne senza elettricita' e acqua corrente.

People from Thailand

Una sosta di tre giorni a Bangkok, ormai vicino al definitivo rientro in Italia, mi ha permesso di conoscere questa citta' cosi' caotica e meravigliosa che e' difficile da descrivere; antichi templi all'ombra di centri commerciali ultra-moderni, grattacieli torreggianti sopra fatiscenti baracche, locali alla moda circondati da venditori ambulanti, una metropolitana sopraelevata moderna e condizionata attraverso un traffico infernale. Incredibile, da vedere, da vivere per poterci credere.

Bangkok

with Paola, Anna, Carlo and...?...
with Fabio, jazz musician from NY, and Nobbie, English teacher in BKK

21 agosto 2006

The turquoise blue South

12-08-2006
Day 165
Chang Mai, Thailand

Lascio le isole della Malesia per scoprire le ancor piu' famose baie del sud della Tailandia.
Un bus locale mi scarica al volo nel paesino di confine Rantan-Panjang da dove attraverso a piedi il ponte che separa le due nazioni; zaino in spalla faccio il mio ingresso nel cosiddetto paese dei sorrisi e un sorridente guidatore di scooter-taxi dalla faccia rotonda mi porta alla stazione locale. Il pullman per Krabi sembra nuovo e comodo, ma poco dopo la partenza fuori inizia a piovere e dal bocchettone dell'aria condizionata (sempre e comunque accesa impostata sui 15 gradi) sopra di me inizia a gocciolare acqua...ovviamente tutti i sedili sono occupati e perfino il corridoio e' pieno di passeggeri in piedi: arrivo a destinazione alla scomoda ora delle due di notte mentre cerco di dormire con la parte sinistra del corpo zuppa; altro scooter-taxi fino alla zona del porto dove trovo una stanza d'albergo in cui finalmente riposare.
crossing the Malay-Thai border

Il sole splende e continua a farlo anche il sorriso dei tailandesi: il cameriere del posto in cui faccio colazione e' cosi' gentile che si offre di portarmi con il suo motorino in banca a cambiare i soldi malesi. Sono pronto per conquistare Koh Phi Phi, due isole che guide e viaggiatori descrivono come un luogo meraviglioso; dopo un'ora e mezza di barca approdo nel paradiso, terrestre e marino: mare dalle sfumature del blu mai viste cosi' intense, branchi di pesci multicolori, archi di sabbia bianchissima che uniscono pareti verticali di roccia ricoperta da fitta vegetazione tropicale color dello smeraldo. Mai visto niente di simile.

Impossibly beautiful Koh Phi Phi Islands


Maya Bay, from the movie The Beach

Sceso dalla barca evito lo stormo di avvoltoi che cercano di trascinarmi nel loro resort di lusso urlandomi prezzi e comodita', e cammino fino a raggiungere la spiaggia dall'altra parte dell'isola (5 minuti) dove trovo perfetta sistemazione in una bella guest-house a 4 euro a notte, con a fianco servizio di lavanderia di cui ho estremamente bisogno.
A 200 metri, sotto le palme davanti alla spiaggia c'e' il ristorante italiano Ciao Bella, e sulla sabbia davanti ai tavoli del suo ristorante c'e' Luciano Butti di Firenze, capelli bianchi e pelle abbronzata, che gioca a freesbe sorridente nel tramonto rosato di Tonsai Beach; gli chiedo scherzando se non sia stanco dello stress delle code in tangenziale all'uscita dell'ufficio, mi sorride mentre in salto agguanta il disco. La conversazione poi continua, e in tono piu' serio gli chiedo se si trovasse sull'isola quando c'e' stato lo tsunami; mi indica una targa che recita: 26 giugno 2006, dopo 18 mesi il Ciao Bella riapre... del suo ristorante di 800 metri quadi ha ritrovato una tazzina da caffe' e l'insegna, che e' ancora quella. Mi dice che ha pubblicato un libro, che ho subito comprato, in cui racconta le vicende della sua vita che lo hanno portato a vivere a Koh Phi Phi e la testimonianza sua e di alcuni amici italiani e tailandesi su quel giorno terribile in cui tutti hanno perso cio' che avevano costruito o, peggio, amici, parenti, figli.
Le due ore che mi servono per leggere il libro sono tra le piu' strane e intense: sono in barca attorno all'isola mentre navigo nel posto piu' bello che abbia mai visto con gli occhiali da sole a coprire gli occhi lucidi, incredulo che questo paradiso possa essere stato teatro di tale infernale orrore.
Il libro e' in vendita in Italia, parte dei ricavati vanno ai sopravvissuti.
Compratelo!

L'ultima sera sull'isola conosco, per via di un accento familiare, Sandro della Val Camonica e fidanzata di Padova, che hanno preso un anno di aspettativa alla Banca Etica per viaggiare in Africa e Asia, e Davide di Torino, che dopo essere stato a Pechino a trovare un'amica ora si gode il mare tropicale; ceniamo insieme e passiamo una bella serata in spiaggia con musica e acrobazie col fuoco di giocolieri locali.

La mattina della partenza compro acqua e frutta in due botteghe diverse, ma entrambe le proprietarie, dopo avere saputo che stavo per prendere la barca, mi hanno guardato con una faccia tra il preoccupato e il divertito indicandomi il vento che in spiaggia piegava le palme... ed infatti la traversata e' stata al limite del vomito per me, dolorosamente oltre la soglia per meta' della persone a bordo. Arrivato a Phuket incontro una signora francese, 50 anni, ben vestita, sudata sotto il peso della valigia, che mi dice che avrei dovuto vedere com'era bello e diverso questo posto venti anni fa; la saluto pensando che purtroppo non ho la macchina del tempo e che comunque non vedro' com'e' nemmeno ora perche' gia' me ne vado: voglio spostarmi sulla costa est per assistere al famoso Full Moon Party sull'isola di Koh Phangan... che si dimostra una bolgia infernale di venticinquemila persone accalcate su una spiaggia in cui non si riesce a camminare e respirare, un mega rave party con musica dalla tecno al reggae.

Full Moon Party on Koh Phangan

La mattina seguente decido che e' ora di lasciare i mari del sud per spostarmi verso le verdi, fresche, tranquille montagne del nord; per il trasferimento mi ci vogliono 36 ore ed i seguenti mezzi:

barca alla 10 di mattina piena di ubriachi reduci dalla festa, tra cui una ragazza neozelandese conosciuta con Davide una sera di tre giorni prima su Koh Phi Phi, ubriaca marcia allora come adesso, indossa gli stessi vestiti pieni di sabbia e dorme svenuta abbracciata ad un ragazzo diverso da quello che ci aveva presentato quale suo moroso;

scooter-taxi per arrivare al porto principale;

traghetto fino alla terraferma;

bus fino alla stazione degli autobus;

pullman notturno per Bangkok, in ritardo di 5 ore e pieno di israeliani casinisti;

taxi alle 6:00 di mattina per andare alla stazione dei treni, dopo avere dovuto mimare all'autista il treno e imitarne il fischio e il suono delle ruote sulle rotaie; i tassisti di Bangkok non parlano una parola di inglese, incredibile;

treno che dovrebbe impiegare dieci ore ad arrivare a destinazione, ma ce ne impiega 14 a causa di un guasto alla locomotiva; il viaggio in carrozza con aria condizionata e' inizialmente confortevole e piacevole, tra le risaie della campagna abitata da solitari contadini dal cappello conico di paglia e bufali bianchi immersi negli stagni. Alcuni falo' sono accesi per bruciare sterpaglie e un acre odore di bruciato penetra nel vagone; cosi' penso io... ma alla stazione successiva, non appena il treno si ferma, la carrozza sulla quale sono viene avvolta da una densa nuvola di fumo e tutte le persone sui binari ci urlano di scendere! Venti secondi di panico sono il tempo necessario per agguantare il mio zaino e catapultarmi fuori dal treno. Due estintori vengono azionati sulla fonte del fumo che sembra essere il compressore dell'aria condizionata, e 5 minuti dopo siamo di nuovo in viaggio con il vagone che e' un forno.
Fire on the train...right under my seat!

Dopo tante interminabili ore durante le quali ho pure finito il libro che stavo leggendo senza averne uno di scorta, arrivo a Chang Mai; il pick-up che avevo organizzato con la guest-house al momento della prenotazione e', per fortuna, ancora in stazione ad aspettarmi: e' un ragazzino tailandese con in mano un cartello con su scritto... MARUKO!