23 aprile 2006

Waiting for Chiara in BsAs

18-04-2006
Day 49
Buenos Aires, Argentina


Una settimana a Buenos Aires aspettando Chiara.
Dopo 40 giorni in cui non ho dormito piu' di due notti nello stesso letto, ora mi sento un porteño d'adozione; all'ostello Nomade, nel quartiere bohemien di San Telmo, ho visto tanti backpackers arrivare e ripartire, mentre ho avuto tempo per conoscere tutti i "residenti": due fratelli cileni frequentano l'Universidad del Cine e usano viaggiatori di passaggio come attori dei loro cortometraggi, un francese e' qui a studiare ingegneria per sei mesi grazie ad un interscambio tra facolta', un messicano che si esercita per il conservatorio suonando il sassofono sul terrazzo o ascoltando jazz tutto il tempo. A completare il gruppo un piccolo ma agguerrito manipolo di italiani: Stefano di Roma, conosciuto elettronicamente, prima che di persona, su
www.tripluca.com e all'inizio del suo RTW, Giacomo di Imola partito quattro mesi fa alla scoperta del Sud America dopo quattro anni di lavoro a Londra, Silvia di Lecco, alla fine del suo giro del mondo, tra un mese torna in Inghilterra a lavorare come ostetrica.
Mi sono riposato e ho vissuto la capitale sudamericana piu' dinamica ed "europea"; il tempo e' volato tra parrillade sul terrazzo, discorsi in spagnolo sui massimi sistemi bevendo vino cileno fino a notte fonda, bar alternativi del quartiere chic chiamato Palermo, discoteche la cui perversione raggiunge quella di Londra, passeggiate tra gli immensi parchi della citta', mercatini e spettacoli di tango in Plaza Dorrego proprio dietro all'ostello, tour gastronomici alla ricerca del ristorantino con il miglior bife de lomo, mezzo chilo di carne rossa alta tre dita, tenera e saporita solo come i pascoli sterminati della pampa sono capaci di produrre.

Dopo una attesa resa ancora piu' straziante dalle dieci ore di ritardo dell'aereo, finalmente arriva Chiara!!! Muoio dalla voglia di rivederla, mi sono tagliato la barba, lei e' raggiante in tutto il suo meraviglioso entusiasmo; incontriamo Roberto, un suo parente che vive in Argentina e ci trasferiamo nell'appartamento in centro di su figlia Florencia che studia cinema con i due cileni (sempre piu' piccolo il mondo,qualche sera prima ho incontrato in un ristorante un ragazzo belga con cui avevo bevuto una birra in un bar di Salta...); festeggiamo in ritardo il compleanno di Chiara assistendo a "Bocca Tango" al Teatro Opera, spettacolo del tour di addio alla danza di Julio Bocca, ballerino argentino qui venerato come un dio. Nel pomeriggio piu' diverso della domenica di Pasqua, troviamo due biglietti per la curva della Bombonera, mitico stadio nel malfamato quartiere Boca, sede della squadra del Boca Junior; assistiamo alla partita, la cui visione e' resa difficoltosa dalla presenza di scalmanati ultras in piedi in equilibrio precario sulle ringhiere a strapiombo del secondo anello sede della Doce, il cuore pulsante a ritmo di salsa della tifoseria locale; siamo proprio di fianco alla banda che supporta i cori con tamburi e trombe: l'atmosfera e' elettrizzante, addirittura troppo secondo Chiara che in un paio di occasioni ha temuto per la sua incolumita'. L'ultimo giorno, dopo avere pranzato con Flo a Puerto Madero, la vecchia zona portuale della citta' ora restaurata e alla moda, prendiamo il bus-letto notturno per San Martin de los Andes dove abita Roberto.
Dopo la cena servita a bordo (antipasto, piatto freddo e caldo seguiti dal dolce) ci e' stato offerto perfino champagne e whisky a volonta': ecco come passano veloci 18 ore attraverso il verde nulla della Pampa.