10 aprile 2006

Nord Ovest - Nord Est

03-04-2006
Day 34
San Ignacio, Misiones. Argentina

Festeggio il primo aprile, un mese dalla partenza, in un ristorante consigliatomi dal nipote della vecchina da cui abito a Salta; me lo aveva descritto come locale tipico, il "Boliche Balderrama", e si rivela essere el templo mayor del folclore, cena eccellente e musica argentina dal vivo fino a tarda notte.

Il giorno seguente, iniziando ad essere stanco di montagne, decido di prendere un bus che mi porti verso la costa atlantica: arrivo a Corrientes dopo un viaggio di una notte, mi viene detto che li' non c'e' molto da fare o vedere, c'e' un collegamento che parte subito per Posadas e lo prendo. A 60 km da questa cittadina sul fiume Parana' c'e' il villaggio di San Ignacio costruito attorno alle rovine di una grande missione gesuitica del '700; il terzo bus mi porta a destinazione dopo 20 ore di viaggio. Volevo cambiare paesaggio e sono stato accontentato: sono in un posto sperduto sulle sponde del Rio Parana' immerso nel caldo-umido della foresta subtropicale...
C'e' un camping a 4 km, inizio a camminare; la Playa del Sol e' un piccolo campeggio con spiaggetta paradisiaca sul fiume che in questo punto e' largo due chilometri e mezzo, l'altra sponda appartiene allo stato del Paraguay. Due casse enormi sotto la tettoia del bar fanno risuonare musica nella giungla, ma io sembro essere l'unico essere umano ad ascoltarla; sudato fradicio mi siedo tra i tavolini deserti abbagliato dal riflesso del sole sull'acqua e, mentre riprendo fiato, dal retro appare un signore alto e magro al quale chiedo se sia possibile accamparsi e mangiare qualcosa; la tenda, mi risponde, posso metterla dove voglio dato che non c'e' nessuno, per quanto riguarda il cibo, invece, c'e' solo panino con cotoletta; credo che prendero' quello... Mentre aspetto, avevo avuto l'impressione che il servizio non sarebbe stato fulmineo, mi spoglio dei vestiti sudici e mi tuffo nelle tranquille acque del fiume confidando di non trovarci piraña e coccodrilli. Poi, tra un boccone e l'altro, scambio due parole con il gestore del posto (con chi altri...) che mi assicura che il luogo e' tranquillo e che "no pasa nada", che lui alla sera torna in paese ma qui viene un ragazzo come guardiano notturno perche', no pasa nada, ma non si sa mai... Prima di cena gli chiedo un passaggio fino in paese per andare a mangiare qualcosa di diverso dalla cotoletta; in macchina, mentre gia' il sole e' tramontato, mi dice che a lui e' capitato di fare quella strada a piedi di notte da solo qualche volta, e che "no paso' nada". Bene penso io. Quando poi pero', in un quarto, d'ora mi ha ripetuto cinque volte che "no paso' nada", ho iniziato a preoccuparmi!
La camminata di ritorno nel buio piu' nero della giungla e' stato tutto sommato tranquilla, a parte un pipistrello di due spanne che volteggiava sopra la mia testa attratto dalla torcia elettrica frontale, due ragni giganti, il riflesso di un paio di occhi gialli felini che mi scrutavano nascosti fra la vegetazione, un cavallo nero selvatico che ha attraversato d'un tratto la strada e un rospo grande come un mio scarpone che mi aspettava all'ingresso della tenda.